La presa di coscienza sull’impatto provocato da aziende e consumatori su ambiente e società ha portato alla diffusione di modelli di business innovativi e attenti ai temi della sostenibilità ambientale e sociale. Dal Business Model Canvas classico sono nate molteplici versioni alternative per rappresentare visivamente questi nuovi modelli di business. Una di queste è il Social Business Model Canvas.

Cos’è il Business Model Canvas?

Tutto parte dal Business Model Canvas ideato da Alex Osterwalder nel 2004, uno strumento strategico che serve per progettare e sviluppare i modelli di business. Fornisce una rappresentazione visiva del modello aziendale, descrivendone il modo in cui l’organizzazione crea, distribuisce e acquisisce valore.

Perché è utile? Perché se non sai come stai creando valore, probabilmente non conosci a fondo il tuo business e non puoi avere la certezza che l’attività sarà sostenibile nel lungo periodo. Grazie al linguaggio visuale, questa “tela” ti permette di comprendere i pilastri del tuo modello e le sue complesse componenti chiave, proprio perché presuppone che tu li metta nero su bianco. In questo modo è più facile visualizzare i gap da colmare e le domande a cui rispondere per limitare il più possibile l’insorgere di imprevisti.

Il Business Model Canvas originale è composto da 9 sezioni distinte, che rappresentano i 9 elementi che costituiscono un’azienda. Quanto più i singoli pezzi sono connessi tra loro, tanto più si auto-rinforzano, rendendo il modello di business coerente e allineato.

Business Model Canvas
  1. I clienti: i segmenti di clientela a cui l’organizzazione si rivolge
  2. La proposta di valore: il valore che l’azienda offre ai clienti tramite i suoi prodotti e/o servizi
  3. I canali: i canali di distribuzione e comunicazione con i clienti target
  4. Le relazioni con i clienti: il tipo di relazioni che l’azienda instaura con la clientela
  5. I flussi di ricavi: le fonti di ricavo generate dalla vendita di prodotti e/o servizi
  6. Le risorse chiave: le risorse materiali e non materiali necessarie affinché il modello di business (e quindi l’azienda) funzioni
  7. Attività chiave: tutte quelle attività che servono per avviare e condurre l’azienda
  8. I partner chiave: fornitori, distributori, altri partner con cui l’azienda può stringere collaborazioni
  9. La struttura dei costi: tutte le diverse tipologie di costi che l’azienda dovrà sostenere.

Negli anni si sono diffuse innumerevoli versioni alternative al Business Model Canvas originale, di pari passo con la nascita di modelli di business innovativi che vogliono far fronte a cambiamenti, nuove necessità e consapevolezze, tra cui la presa di coscienza dell’impatto umano sulla società e sull’ambiente.

Cos’è il Social Business Model Canvas

Tra le nuove formulazioni del modello di Alex Osterwalder c’è il Social Business Model Canvas, nato per raffigurare la struttura di modelli di business definiti Sociali. Si tratta di modelli adottati da quelle aziende che, pur essendo profit, oltre al valore economico vogliono generare anche valore sociale. Proviamo a spiegarci meglio.

Si parla spesso di Responsabilità Sociale di Impresa (RSI), che si traduce nella volontà delle aziende di intraprendere delle azioni per intervenire su questioni di carattere sociale, ambientale ed etico, non solo al loro interno ma anche all’esterno. La responsabilità sociale diventa parte integrante del loro modo di operare, senza però tralasciare il profitto. Hai mai sentito parlare dei principi ESG (Environment, Social e Governance)? Innovare il proprio settore basandosi su questi principi significa innovare nel rispetto di ambiente, società e forza lavoro.

Per mappare e rappresentare visivamente il Social Business Model, possiamo ampliare il Canvas classico aggiungendo due sezioni relative all’impatto positivo e negativo dell’azienda su società e ambiente.

  • I benefici sociali e ambientali: qual è il valore generato dall’organizzazione su società e ambiente? Ad esempio, garantire una migliore qualità di vita a persone svantaggiate, salvaguardare l’ambiente utilizzando materiali eco-friendly, aiutare lo sviluppo delle comunità locali, ecc? Chi sono i beneficiari?
  • I costi sociali e ambientali: quali sono gli effetti collaterali che l’attività aziendale provoca su società e ambiente? Come può misurarli e cosa può fare per prevenirli?

Il modello cerca di trovare un equilibrio minimizzando l’impatto sociale e ambientale negativo e massimizzando i benefici. L’obiettivo è creare e vendere un prodotto o un servizio che fornisca valore al singolo consumatore e al tempo stesso alla società.

Social Business Model: esempi di brand etici e sostenibili

Un esempio di realtà che adotta il Social Business Model può essere l’azienda di scarpe che per ogni paio venduto pianta un albero, oppure il brand di cosmetica che sostiene una rete di piccole comunità agricole locali acquistando da loro le materie prime.

Sono sempre più numerosi i brand nel campo della moda sostenibile basati sul concetto di upcycling, ovvero quel modello innovativo che parte da capi usati, scarti tessili e giacenze di magazzino per dare vita a pezzi nuovi e quasi sempre unici.

Appcycled, ad esempio, è un marketplace italiano in cui designer esperti reinventano le rimanenze tessili dando vita a pezzi artigianali e inimitabili. Oppure Atotus, un progetto di economia circolare che connette tutta la filiera della moda sostenibile (filatori, tessitori e brand di abbigliamento) creando sinergie e facendo crescere la domanda di abbigliamento sostenibile dal basso. Sempre in linea con il concetto di upcycling c’è Must Had, un’altra piattaforma di re-fashion che vende abbigliamento e accessori, per promuovere e dare visibilità a brand e fashion designer che sposano la filosofia del riuso. Infine possiamo citare Feeling Felt, una startup di slow fashion che produce artigianalmente zaini, borse e accessori a basso impatto ambientale, vendendo in pre-ordine per evitare sovrapproduzioni e limitare al massimo gli sprechi. Il brand pone molta attenzione a ogni fase della filiera affinché vengano rispettati i diritti di tutti i lavoratori e sostiene un ambiente aziendale inclusivo in cui ognuno possa sentirsi libero di esprimere se stesso, nel rispetto degli altri e dell’ambiente.

Tutti questi brand contribuiscono a creare una vera e propria community di produttori responsabili e consumatori consapevoli che credono nella moda sostenibile e etica.

Potremmo continuare a citare tantissimi altri esempi e non solo nel settore della moda, ovviamente! Konobooks, brand di lifestyle e cancelleria, realizza la sua linea KW1 con carta prodotta dagli scarti industriali del Kiwi. In più, il brand si è posto l’obiettivo di piantare almeno 100 alberi entro il 2022 con l’aiuto di altre società che fanno già questo tipo di attività in aree sensibili del pianeta. Shop for Gea, invece, è la prima piattaforma di cosmetica plastic-free in Italia e collabora solo con imprese che seguono i principi della filiera corta e quelli del fair trade, il commercio solidale volto a garantire un’equa retribuzione dei produttori e dei suoi dipendenti, assicurando al tempo stesso la tutela dell’ambiente.

Il Social Business Model e la Piramide del Valore

Siamo consumatori sempre sempre più attenti e consapevoli in merito a scelte e abitudini di acquisto. Non ci focalizziamo solamente sul prodotto o servizio in sé, ma anche sulla condotta dell’azienda che lo produce o lo fornisce.

Bain & Company, società di consulenza strategica, si è ispirata alla Piramide dei Bisogni di Maslow per ideare una nuova Piramide del Valore, più attuale e al passo con i tempi. In questa piramide vengono elencati i 30 elementi di valore per il consumatore, che si traducono nei suoi bisogni. Quanto più un prodotto o un servizio riesce a soddisfarli, tanto più il valore di quel prodotto o servizio percepito dal cliente sarà maggiore.

I 30 elementi sono suddivisi in quattro categorie di valori: funzionali (come la semplificazione di attività o il risparmio di tempo), emozionali (benessere, riduzione dell’ansia, divertimento, ecc.), cambiamento della propria vita (come motivazione, auto-realizzazione, senso di appartenenza) e, proprio in cima alla piramide, c’è l’impatto sociale, ovvero l’andare oltre se stessi per prendersi cura dell’ecosistema di cui si fa parte.

In sostanza, andare verso scelte sostenibili e più responsabili può permettere all’azienda di raggiungere un duplice obiettivo: impattare in modo positivo sulla collettività e l’ambiente (in cui lei stessa opera) e allo stesso tempo ottenere la fiducia dei clienti target. In questo modo si innesca un circolo virtuoso che rende l’organizzazione ancora più forte e credibile.

A cosa serve, dunque, il Social Business Model Canvas? Serve a darti una mano a fare chiarezza sul tuo modello di business Sociale e a rispondere ai tuoi dubbi, anche quelli che forse non pensavi di avere. L’attività può stare in piedi? È profittevole, oltre ad essere attenta all’impatto sociale? Gli 11 blocchi del Canvas sono interconnessi tra loro? La mia azienda può davvero generare un duplice valore?