Per le aziende
Giocare in azienda sembra un paradosso, eppure è dal gioco che impariamo e abbiamo imparato le migliori strategie, sin da bambini. È grazie alle dinamiche del gioco che possiamo imparare a vederci dall’esterno, creare mondi altrimenti impossibili, dialogare con gli altri in maniera collaborativa anzichè competitiva, recuperare parti fondamentali per il successo di ciascun business: la passione e il divertimento.
Business’n’Play fa esattamente questo in azienda, mettendo in moto un confronto libero, aperto e creativo.
Questo serious game si rivolge in particolare ai responsabili di team e ai leader di quelle organizzazioni che vogliono avviare o consolidare un processo di trasformazione digitale partecipativo, in cui ciascun membro del team è chiamato ad essere protagonista attivo e responsabile del cambiamento atteso. Lo scopo è quello di diffondere una mentalità più simile a quella di una startup, in cui tutti sono incoraggiati a chiedersi: “Se questa fosse la mia azienda, cosa farei?“. Distribuendo il potere in questo modo, Business’n’Play mette le persone in grado di essere più autonome, più responsabili e più collaborative. Ecco perchè si lavora con un personaggio, Jenny o Gianni, che vuole avviare la propria carriera imprenditoriale.


In più, il gioco ha un altro immenso potere: quello di allenare il pensiero strategico.
È difficile infatti fare strategia solo con la tecnica acquisita, perché questa si riferisce al passato e a cose “stabili”. È difficile fare strategia solo con la creatività, perché potrebbe non essere validata dai dati o, ancora peggio, essere dipendente dai gusti di questo o di quello. La strategia è complicata, quindi molto spesso si preferisce non averla. Eppure le migliori aziende hanno una strategia vincente: ma come fanno? Pensare strategico è una skill e come tale va allenata. È l’approccio dello scienziato: ipotesi (tante ipotesi) e validazione, ripetutamente.
Creare workshop collaborativi basati sul gioco aiuta ad allenare il pensiero e ad espandere le possibili visioni, soluzioni, alternative, idee. Poi ovviamente c’è bisogno di “tornare alla realtà” e lavorare sulla ricerca, sui dati di mercato, sui trend; ed eventualmente rifare tutto da capo al contrario, per rivedere le idee che arrivano dalla prima fase, pur sapendo che nessuna ricerca o validazione ci darà mai la certezza assoluta.
La sessione di Business’n’Play è da considerarsi l’inizio di un processo di trasformazione. Viene tenuta da un/a facilitatore abilitato/a , ma può essere accompagnata successivamente da altri incontri più direttamente pertinenti al focus aziendale, come ad esempio l’integrazione culturale di team, lo sviluppo strategico, un re-purposing dei valori aziendali partendo dai C-level, un brainstorming di innovazione di processo/prodotto, ecc… tutti svolti da professionisti qualificati e certificati.
Cosa possiamo fare in concreto?
Ecco le nostre proposte elaborate insieme a Valentina De Matteo:
Per persone e organizzazioni il purpose orienta, illumina, dipana, riempie di fascino la complessità. La costruzione del proposito non si improvvisa, si progetta. Non si inventa da soli, si costruisce insieme. E diventa potente solo se saldamente basato su valori autentici e costantemente nutrito da azioni consonanti. Ecco perché abbiamo tutti bisogno di trovare il nostro perché, la nostra stella polare. Ecco perché abbiamo tutti bisogno di progettarlo in maniera consapevole, dirompente, creativa.
Il gioco è per l’uomo il modo naturale di adattamento e di sviluppo di nuove competenze perché coinvolge, motiva, include elementi di incertezza e di sorpresa e favorisce la scoperta oltre i tradizionali paradigmi. Quando la conoscenza non è semplicemente “ricevuta” ma attivamente “costruita”, l’apprendimento, la co-creazione, il pensiero divergente divengono potenti strumenti di sviluppo dell’intelligenza collettiva e di innovazione.
Passare dal concetto di “pianificazione del futuro” a quello di “progettazione dei futuri” richiede un cambiamento di mindset, metodi e strumenti per persone, imprese e organizzazioni. Le metodologie, tecniche e pratiche di anticipazione e foresight sono strumenti imprescindibili nella cassetta degli attrezzi di persone e organizzazioni che vivono e operano nella complessità, abilitandoli alla costruzione di scenari plurali propedeutici alla definizione di strategie trasformative.
Considerare l’organizzazione come organismo evolutivo che si adatta e adotta nuove configurazioni per mettere in campo strategie di innovazione continua, cambiamento, e sviluppo dell’intelligenza collettiva. Da strutture piramidali a spazi circolari, le organizzazioni hanno l’opportunità di scoprire e sviluppare la nuova adattività passando attraverso un cambio di paradigma di (ri)progettazione di proposito, ruoli, regole, riunioni e decisioni ispirato ai principi di auto-organizzazione.

Senior Advisor in Innovazione e Change Management e PhD Fellow presso l’Advanced Design Unit dell’Università di Bologna. Dopo un’esperienza decennale in ruoli manageriali di contesti internazionali in ruoli diversificati – sales & marketing, comunicazione, innovazione, gestione del capitale umano – dal 2015 si occupa di consulenza in innovazione e change management e supporta le organizzazioni nello sviluppo di nuove competenze, cultura, strumenti e modelli per l’innovazione.
È docente, business coach e facilitatrice certificata di metodi e tecniche di idea generation, problem solving e sviluppo della creatività di team e organizzazioni.
Dal 2018 collabora con Bologna Business School (BBS) nel coordinamento dell’Executive Master in Business Innovation Design (EMBID) ed è inserita nella core faculty di altri programmi di formazione executive (Sustainability and Transition Management, Technology and Innovation Management) in BBS e MIP Politecnico di Milano.
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