Cosa accadrebbe se…? Hai mai provato a farti questa domanda con lo scopo di provocare un cambiamento? O se non proprio provocarlo, immaginarlo? Per uscire dallo status quo, professionisti e aziende si affidano sempre più spesso ad approcci creativi che sfruttano le dinamiche del gioco e il potere delle domande. Dall’analisi what-if al gioco della mucca sciocca, vediamo alcune tecniche per allenare il pensiero strategico e generare nuove idee per uscire dai nostri confini.
What-if: cosa accadrebbe se…?
Cosa accadrebbe se permettessimo agli utenti di telefonare gratis in tutto il mondo? Se Skype non si fosse mai posta questa domanda dirompente, e anche un po’ pazza per i primi anni 2000, non avrebbe mai lanciato il suo servizio di chiamate e videochiamate gratuite!
L’analisi what-if è una tecnica per simulare degli ipotetici scenari e viene spesso utilizzata per valutare l’impatto di una variabile su tutti gli altri elementi del modello di business preso in considerazione. Consiste nel porsi la domanda “cosa succederebbe se…” ed elencare tutte le possibili risposte che ci vengono in mente. Nella prima fase di brainstorming, non importa che tutti gli scenari delineati siano fattibili, anzi. Poniamoci delle domande sfidanti e stimolanti, e non preoccupiamoci se alcune rimarranno senza risposta. In un secondo momento andremo a scremare le idee e selezioneremo solo quelle che riterremo migliori.
La tecnica what-if è particolarmente efficace quando viene svolta all’interno di team diversificati ed eterogenei. Se ci troviamo in azienda, è una buona idea coinvolgere ogni area perché l’innovazione riguarda tutta la struttura. Accertiamoci però che ogni partecipante sia a conoscenza delle dinamiche interne ed esterne, come il mercato, il target e, in generale, ogni elemento chiave del Business model canvas. Si può prendere in esame un elemento del Canvas alla volta e porsi tutte le domande possibili per rompere lo status quo.
È importante appuntare ciascuna idea su una lavagna o post-it in modo che tutti i presenti possano avere una visione d’insieme. Per le nostre sessioni di Business’n’Play, ad esempio, utilizziamo Mural, uno strumento online di Visual thinking (una sorta di lavagna digitale interattiva).
Un consiglio: prima di iniziare con le domande, perché non rompere il ghiaccio con un esercizio di riscaldamento come il gioco della mucca sciocca?
Il gioco della mucca sciocca
Una tecnica rompighiaccio per avviare un’analisi what-if, o una qualsiasi altra attività di generazione di idee, è il gioco della mucca sciocca. Questo esercizio aiuta ad uscire dalla routine del proprio lavoro quotidiano e ci fa comprendere il potere della creatività nel generare idee innovative, oltre a sviluppare il nostro pensiero progettuale. Perché “sciocca”? Perché può sembrare un esercizio poco sensato, e invece riscuote un grande successo nelle aziende!
Il procedimento è molto semplice. Ogni partecipante è invitato a definire le caratteristiche di una mucca (produce latte, mangia erba e fieno, dorme nella stalla, ecc.), poi dovrà abbozzare tre diversi modelli di business basandosi sulle caratteristiche elencate. Il tutto dovrà avvenire molto rapidamente, in pochi minuti di tempo.
Ad esempio, possiamo ipotizzare di generare un modello di business Freemium, ovvero un modello che prevede sia servizi di base gratuiti, sia servizi premium a pagamento. Nel caso della nostra mucca, i consumatori potranno fruire di tutto il latte che vogliono gratis, mentre l’eventuale contenitore sarà a pagamento.
Oppure potremmo creare un modello Subscription: i clienti possono acquistare una singola confezione di latte a 3 euro, o in alternativa sottoscrivere un abbonamento che prevede 20 confezioni di latte a 40 euro al mese (anziché 60 euro).
Come vedi, i giochi come questo sono ottimi per prendere confidenza con il processo d’ideazione, sono semplici (ma non troppo) e adatti ad ogni tipo di professione e ruolo.
Il gioco come strumento per allenare il pensiero creativo e strategico
Il gioco ha un immenso potere quando si tratta di allenare il pensiero creativo e avviare un processo di trasformazione. Sempre più spesso le organizzazioni ricorrono ai Serious Game di gruppo per facilitare l’apprendimento di soft skill come la capacità di lavorare in team, il problem-solving, la gestione del tempo e, appunto, la creatività.
Il Serious Game si differenzia dal gioco “tradizionale” perché è disegnato per fini diversi rispetto al mero intrattenimento e infatti ha lo scopo di risolvere qualche tipo di problema, però in modo divertente. Può servire per formare, ma anche favorire le interazioni sociali, oppure simulare contesti, e così via. Business’n’Play è un esempio di Serious Game applicato al business, che si rivolge a liberi professionisti, aziende e scuole. Ma anche Wii Fit è un “gioco serio”, il cui obiettivo è fare attività fisica! I contesti di applicazione possono essere molto variegati.
Associare il gioco al business può sembrare un paradosso, ma se ci riflettiamo tutti noi abbiamo imparato le migliori strategie proprio dal gioco, sin da bambini. Per fare strategia non ci si può basare solo sulla creatività, e nemmeno sulla tecnica acquisita: le esperienze collaborative basate sul gioco aiutano ad allenare la soft skill del pensiero strategico proprio perché permettono di ampliare possibili soluzioni, idee, alternative e visioni, col vantaggio di poterne testarne gli effetti con una immediata applicabilità.
Giocando possiamo vederci dall’esterno, imparare a dialogare con gli altri anziché competere e creare scenari altrimenti impossibili. In più il gioco ha un altro superpotere, ovvero ha la capacità di riaccendere la passione e il divertimento, ingredienti fondamentali per il successo del nostro business.
Per concludere
In uno scenario in continua evoluzione come quello attuale, le organizzazioni devono tenersi pronte a rinnovarsi per creare e mantenere il proprio vantaggio competitivo: dai singoli prodotti e servizi, ai processi, all’intero modello di business. Andare oltre il “si è sempre fatto così” è una sfida, soprattutto se manca una cultura aziendale orientata al cambiamento. Ma rimanere bloccati sui propri passi significa perdersi le opportunità che potremmo trovare oltre i nostri confini.
Per avviare un processo così delicato, sempre più spesso le aziende e i professionisti ricorrono ad approcci creativi che incoraggiano il pensiero fuori dagli schemi e la visualizzazione delle idee. Approcci che hanno molto a che fare con il gioco e con le domande, perché lasciano libero sfogo all’immaginazione e al fluire libero dei pensieri, abbandonando quelle preoccupazioni che tengono il nostro freno a mano tirato. E in questo modo, si accende il motore dell’innovazione!